La ‘Nduja di Spilinga
Intinerario enogastronomico
Abbandoniamo momentaneamente Tropea e muoviamoci verso Spilinga, un piccolo borgo in provincia di Vibo Valentia famoso per il Santuario della Madonna della Fontana.
Fonti affermano che, nei primi anni del Novecento, tale Domenica Muià ebbe dei sogni premonitori: la invitavano a recarsi in una grotta a poca distanza dal centro urbano di Spilinga. Una volta raggiunto il luogo già visitato in sogno, la signora vi avrebbe trovato la statua della madonna, la stessa che è possibile ammirare oggi e che, nel tempo, ha favorito un grande afflusso di pellegrini e l’edificazione di una chiesetta nei pressi.
Dopo questa piccola introduzione, passiamo a parlare di lei, la ‘nduja di Spilinga.
Nata probabilmente nei primi anni dell’ottocento, deve la sua ideazione all’arrivo di alcune truppe napoleoniche in calabria. La dicitura ‘nduja, infatti, sembra derivare dal francese andouille, nome legato ad un insaccato a base di frattaglie.
Interessante notare come entrambi i termini possano esser fatti risalire al latino inductilia, “cose da introdurre”, in riferimento alla pratica di insaccare questo tipo di alimenti. Altre versioni voglio che fu Gioacchino Murat (re di Napoli di cui ti abbiamo già parlato qui – link itinerario storico -) a farla conoscere ai calabresi.
Ciò che è certo è che furono proprio gli italiani a inserirvi generose dosi di peperoncino, rendendola un prodotto unico e tipico dello stivale.